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“Greco e latino sono lingue vive”, “questa scuola ha un’offerta formativa eccellente e ti da una preparazione per tutto”, “lo studio richiede impegno ma riuscirai a conciliarlo con lo sport.” 

Vero, vero e verissimo. Queste le frasi che, partecipando agli open day alla fine delle scuole medie, ognuno di noi si è sentito ripetere. Ma su nessuna brochure, bacheca o sito scolastico, compaiono le esperienze umane, quotidiane e occasionali, che grazie al Buratti ognuno di noi ha avuto modo di vivere.

L’immancabile caffè e buongiorno di Diego, il collaboratore della sede ex Pinzi. Senza cui la giornata non può iniziare.

I tornei di pallavolo, fatti per giocare male e ridere perché qualcuno gioca peggio.

Prendere un treno per fare volontariato al Lidle di Roma col proprio prof di greco. 

Sentirsi scavati dentro da un libro e avere il bisogno di confrontarsi settimanalmente con chi è stato scosso come te da quelle pagine.

Fare uno spettacolo col gruppo di teatro, giocare a essere qualcuno che non sei davvero tu.

Prendersi cinque minuti a fine lezione per ascoltare una canzone dei Radiohead perché anche quella è filosofia.

Perché anche quel caffè, quel supermercato, anche quel treno, sono scuola. Sono Buratti.

In questa rubrica troverai le pillole di felicità che ognuno di noi si aspettava di trovare ovunque tranne che a scuola, ma che la scuola ci ha regalato.

Ilaria C., a.s. 2023-24